mercoledì 13 giugno 2012

Jazz rock


Il jazz rock  è un genere musicale emerso alla fine degli anni sessanta e primi settanta che combina elementi di jazz, rock e funk. Questo stile coniuga stilemi tipici del jazz ad una strumentazione tipicamente rock dove gli strumenti elettrici, le tastiere e la strumentazione elettronica in generale hanno un ruolo predominante nel determinare il suono. La contaminazione avviene anche a livello stilistico, sia nell'accompagnamento, dove linee tipicamente funk tendono a sostituirsi ai più tradizionali accompagnamenti jazz, sia, più in generale, nella struttura del pezzo. Rispetto al jazz rock, suo antesignano, la fusion è quindi caratterizzata da sonorità più morbide e leggere, spesso considerate easy listening, in quanto più vicine alla struttura armonica di un brano pop piuttosto che jazz. Molti critici ritengono che le prime incisioni fusion siano Hot Rats di Frank Zappa e i due dischi In a Silent Way ed il doppio album Bitches Brew di Miles Davis. Tra i protagonisti che seguirono, uno dei gruppi più rappresentativi di questo genere sono i Weather Report di Wayne Shorter e del tasterista austriaco Joe Zawinul, band fondata in Australia nel 1969 anche se è ancora caratterizzata da un jazz-rock ibrido. Ma a definire nel modo migliore il termine "fusion" è il celebre Spectrum di Billy Cobham considerato pioniere poiché è il primo album fusion con un chitarrista rock, Tommy Bolin.  A metà degli anni settanta il genere, ancora in forma prevalente di jazz rock, raggiunge una maturità e diffusione ormai planetaria: accanto ai mostri sacri d'oltre oceano spiccano anche musicisti europei, eccellenti virtuosi, quali il violinista francese Jean Luc Ponty, il suo connazionale e batterista Pierre Moerlen, gli inglesi, ex Canterburiani, Soft Machine e i giapponesi Casiopea; in questa fase di transito, iniziano a farsi strada artisti che, intuendo le potenzialità commerciali del genere, propongono composizioni via via più semplici o quanto meno più orecchiabili, in grado di arrivare anche ad un pubblico non necessariamente di estrazione jazz. Il chitarrista californiano Lee Ritenour, i raffinati The Crusaders, il tastierista brasiliano Eumir Deodato, già attivo da diversi anni con un jazz rock piuttosto accattivante ed immediato e, ancor di più, un suo collega di strumento, l'americano Jeff Lorber, influenzeranno ulteriormente lo scenario futuro. Addirittura, a quest’ultimo si deve, probabilmente, l'adozione ufficiale del termine fusion, inserendolo, nel 1977, nel nome della sua band, "The Jeff Lorber Fusion". Anche il cantante italo canadese Gino Vannelli e il celebre chitarrista Carlos Santana con alcuni suoi lavori, contribuiranno non poco alla diffusione della fusion tra il grande pubblico. All'inizio degli anni ottanta nasce la GRP Records, casa discografica newyorkese che ben presto diventa la maggiore scuderia di musicisti fusion in circolazione, tutti artisti di grande talento che danno vita ad una produzione caratterizzata da lavori tecnicamente di grande pregio anche se spesso piegati ad un consenso commerciale che vuole essere il più vasto possibile. 

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